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6 settembre 2018 4 06 /09 /settembre /2018 22:43

 

Dopo la morte di Hegel nel 1831, i suoi sostenitori si divisero in due gruppi, detti la Destra e la Sinistra hegeliana.

  • La Destra sosteneva che Hegel fosse riuscito a tradurre i contenuti del Cristianesimo in una struttura capace di analizzare la realtà storica nei suoi mutamenti.
  • La Sinistra sosteneva che la religione fosse una fase superata in maniera dialettica dalla filosofia razionale.

Inoltre la Destra era molto conservatrice dal punto di vista politico, sottolineando i punti di incontro tra il pensiero di Hegel e l'assolutismo prussiano. Tuttavia sarà la Sinistra hegeliana a diventare popolare con il pensiero di Feuerbach e Marx, avanzando forti critiche alla religione e al sistema politico tradizionale. 

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6 settembre 2018 4 06 /09 /settembre /2018 22:11

 

Bocchi sbadigliò. poi gli prese la mano. - Allora non hai capito. Il tempo delle figure di merda è finito, morto, sepolto. Se n'è andato per sempre con il vecchio millennio. Le figure di merda non esistono più, si sono estinte come le lucciole. Nessuno le fa più, tranne te, nella tua testa. ma non li vedi a questi? - Indicò la massa che applaudiva a Chiatti. [...]

Quelle che tu chiami figure di merda sono sprazzi di splendore mediatico che danno lustro al personaggio e che ti rendono più umano e simpatico. Se non esistono più regole etiche ed estetiche le figure di merda decadono di conseguenza. E poi sai chi non ha mai fatto figure di merda in vita sua? nemmeno una?

Lo scrittore fece di no con la testa.

- Gesù Cristo. In trentatré anni non ne ha fatta nemmeno una. E con questo ho detto tutto.

 

Che la festa cominci (2009) è un romanzo di Niccolò Ammaniti, scrittore romano. Il parco di Villa Ada di Roma viene acquistato dal ricco imprenditore Sasà Chiatti che decide di organizzare una festa memorabile: tutti i vip sono invitati. Ma non tutto andrà secondo i programmi...tra scrittori pusillanimi e improbabili sette sataniche Ammaniti descrive una serata tragicomica che appassiona e diverte.  

 

 

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6 febbraio 2018 2 06 /02 /febbraio /2018 20:30
I comuni medievali

A partire dall'XI secolo compaiono in Europa i Comuni, città che si autogovernano con leggi, moneta ed esercito autonomi.

 

Questi comuni si sviluppano nell'Italia del nord, in Germania e in Francia e tipicamente attraversano tre fasi:

 

  • la fase consolare: il comune è amministrato dai consoli, solitamente da famiglie benestanti
  • la fase podestarile: il comune è amministrato da un podestà di origine straniera per evitare i conflitti interni e le lotte di potere
  • la fase popolare: i rappresentanti degli artigiani e dei commercianti eleggono un capitano del popolo per contrastare la nobiltà

 

I Comuni devono affrontare l'ostilità dei poteri universali (Imperatore e Papa) che cercano di riportarli sotto il loro controllo.

 

L'esperienza dei Comuni si esaurisce intorno al XIII secolo quando la nobiltà locale prende saldamente il potere e lo trasmette ai suoi eredi, dando vita alle Signorie.

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6 febbraio 2018 2 06 /02 /febbraio /2018 20:11
Gorgia e il nichilsmo

Il sofista Gorgia crea degli argomenti retorici che negano la realtà stessa, giungendo al nichilismo e al relativismo assoluto.

  • Nulla esiste: né l'essere, né il non-essere. Se l'essere è eterno, allora è ovunque, e quindi in nessun luogo. Se l'essere è generato, allora non è sempre esistito.
  • Se anche qualcosa esiste, è incomprensibile: noi possiamo pensare l'essere, ma anche a molte cose false, come le chimere e i centauri.
  • Se qualcosa è comprensibile, è incomunicabile: le parole sono molto diverse da ciò che abbiamo in mente.

 

Questi argomenti sono provocatori e forzati e servono a far dubitare della realtà per fare spazio alla capacità di persuasione.

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6 febbraio 2018 2 06 /02 /febbraio /2018 20:00
Avicenna e l'uomo volante

Il filosofo aristotelico Avicenna si è chiesto se la mente e il corpo sono due cose differenti oppure no.

 

Egli immagina un uomo bendato e sospeso a mezz'aria. In questa condizione l'uomo non è  più consapevole del proprio corpo ma solo della propria mente.

Per questo motivo la mente (o anima) e il corpo sono due cose (o sostanze) differenti.

 

In età moderna Cartesio formulerà un esempio molto simile, immaginando un genio maligno che falsifica ogni esperienza sensibile.

Questi argomenti sostengono l'indipendenza della mente dal corpo e l'immortalità dell'anima.

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6 febbraio 2018 2 06 /02 /febbraio /2018 19:48
Il tetrafarmaco epicureo

Il filosofo greco Epicuro si è chiesto quali sono le paure più grandi dell'essere umano.

 

  • La paura della morte
  • La paura del dolore
  • La paura degli dèi
  • la paura di non soddisfare i propri desideri

 

Per ognuna di queste paure Epicuro crea un farmaco in grado di curarle:

 

  • La morte è una semplice perdita di sensazione, non la avvertiremo mai
  • Il dolore conduce alla morte, oppure è passeggero
  • Gli dèi non si curano del destino degli uomini
  • Possiamo soddisfare facilmente i desideri naturali e necessari

 

Questi rimedi portano l'uomo all'atarassia (assenza di turbamenti) e quindi alla felicità.

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6 febbraio 2018 2 06 /02 /febbraio /2018 19:39
Francis Bacon e gli idoli

Il filosofo empirista Francis Bacon (in italiano Francesco Bacone) ha elencato una serie di ostacoli psicologici al progresso scientifico, ovvero gli idoli della mente:

  • idoli della tribù: la tendenza degli esseri umani a generalizzare e semplificare;
  • idoli della caverna: la tendenza a imporre i nostri preconcetti sulla realtà;
  • gli idoli del mercato: le convenzioni sociali possono distorcere la nostra analisi;
  • gli idoli del teatro: i dogmi scientifici e filosofici possono ostacolare la visione della realtà.

 

Per risolvere questi problemi bisogna creare un metodo scientifico basato sugli esempi negativi che contraddicono una legge generale.

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6 febbraio 2018 2 06 /02 /febbraio /2018 19:11
Il tacchino induttivista

La storia del tacchino induttivista è stata raccontata dal filosofo Bertrand Russell per evidenziare i limiti del pensiero induttivo (basato sull'esperienza).

 

Ogni giorno, il tacchino induttivista osserva che l'allevatore esce di casa per portargli da mangiare. Questa esperienza si ripete ogni giorno per diversi mesi

 

A questo punto, il tacchino induttivista formula la sua tesi generale partendo da dati particolari: "ogni giorno l'allevatore esce di casa per darmi da mangiare".

 

Il giorno successivo l'allevatore esce di casa e uccide il tacchino perché ormai era diventato grasso al punto giusto!

 

Questa storia serve a spiegare come affidarsi all'esperienza personale per trarre delle conclusioni universali può trarre in inganno.

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6 gennaio 2014 1 06 /01 /gennaio /2014 17:12

" 'Ah, ma quello non è un prigioniero come l'altro, e la sua pazzia è meno rattristante della ragionevolezza del suo vicino'.

'E in che consiste la sua pazzia?'

'E' una pazzia strana: si crede proprietario di un tesoro immenso. Il primo anno di prigionia ha fatto offrire un milone al governo, se accettava di rimetterlo in libertà: il secondo anno due milioni, il terzo tre milioni, e così progressivamente. E' al quinto anno di prigionia: vi chiederà di parlarvi in segreto, e vi offrirà cinque milioni'.

'In effetti è curioso' disse l'ispettore. 'E come si chiama questo milionario?'

'Abate Faria.' "

 

Il Conte di Montecristo è un romanzo scritto nel 1844 da Alexandre Dumas, scrittore francese. In questo estratto viene presentato per la prima volta l'Abate Faria, personaggio fondamentale nel romanzo, che afferma di possedere un enorme tesoro. 

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25 novembre 2013 1 25 /11 /novembre /2013 21:59

"Si alzò dal tavolo e avanzando verso il superiore, ciotola e cucchiaio in pugno, disse, allarmato dalla sua stessa temerarietà: 'Per favore, signore, ne voglio ancora'.

Il superiore era un uomo sano e corpulento, ma la sua faccia diventò molto pallida. Diede un occhiata stupefatta al piccolo ribelle per qualche secondo, poi si aggrappò alla pentola per sostenersi. Gli assistenti erano paralizzati dallo stupore; i ragazzi lo erano dalla paura.

'Come!' disse infine il superiore, in un sussurro.

'Per favore, signore', ripetè Oliver, 'ne voglio ancora'."

 

Oliver Twist è un romanzo scritto nel 1837 da Charles Dickens, scrittore britannico. In questo estratto il giovane Oliver viene incaricato dai suoi compagni dell'ospizio di chiedere un'ulteriore razione di minestra. La sua richiesta viene descritta ironicamente dall'autore come un atto di arroganza e trasgressione.

 

 

 

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