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22 gennaio 2012 7 22 /01 /gennaio /2012 12:07

" Ma già vicini al fiume pervenuti, gli venner prima che a alcun vedute sopra la riva di quello ben dodici gru, le quali tutte in un piè dimoravano, sì come quando dormono soglion fare; per che egli, prestamente mostratele a Currado, disse: ' Assai bene potete, messer, vedere che iersera vi dissi il vero, che le gru non hanno se non una coscia e un piè, se voi riguardate a quelle che colà stanno'.

Currado vedendole disse: 'Aspettati, che io ti mostrerò che elle n'hanno due', e fattosi alquanto più a quelle vicino, gridò: 'Ho, ho!', per lo qual grido le gru, mandato l'altro piè giù, tutte dopo alquanti passi cominciarono a fuggire; laonde Currado rivolto a Chichibio disse: 'Che ti par, ghiottone? parti che elle n'abbian due?'

Chichibio quasi sbigottito, non sappiendo egli stesso donde si venisse, rispose: 'Messer sì, ma voi non gridaste 'ho,ho!' a quella d'iersera; ché se così gridato aveste ella avrebbe coll'altra coscia e l'altro piè fuor mandata, come hanno fatto queste'.

A Currado piacque tanto questa risposta, che tutta la sua ira si convertì in festa e riso, e disse: 'Chichibio, tu hai ragione: ben lo doveva fare'."

 

  Il Decameron è una raccolta di novelle scritte fra il 1349 e il 1351 da Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano. Il protagonista di questa novella è Chichibio, un cuoco veneziano al servizio di Currado Gianfigliazzi, che dopo aver cucinato per il suo padrone una gru ne stacca una coscia donandola a Brunetta, di cui è innamorato. Currado, accortosi della coscia mancante, chiederà spiegazioni al cuoco, che scamperà a una severa punizione grazie a una battuta acuta e spiritosa.

 

Consigliato per tutti i gusti e per tutte le età.

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17 dicembre 2011 6 17 /12 /dicembre /2011 11:00

" E così stando, essendo Rustico più che mai nel suo disidero acceso per lo vederla così bella, venne la resurrezion della carne; la quale riguardando Alibech e maravigliatasi disse: 'Rustico, quella che cosa è che io ti veggo che così si pigne in fuori, e non l'ho io?'

'O figliuola mia', disse Rustico 'questo è il diavolo di che io t'ho parlato; e vedi tu ora egli mi dà grandissima molestia, tanta che io appena la posso sofferire'.

Allora disse la giovane: 'Oh lodato sia Iddio, ché io veggo che io sto meglio che non stai tu, ché io non ho cotesto diavolo io'.

Disse Rustico: 'Tu di' vero, ma tu hai un'altra cosa che non l'ho io, e haila in iscambio di questo'.

Disse Alibech: 'O che?'

A cui Rustico disse: 'Hai il ninferno; e dicoti che io mi credo che Idio t'abbia qui mandata per la salute dell'anima mia, per ciò che se questo diavolo pur mi darà questa noia, ove tu vogli aver di me tanta pietà e sofferire che io in inferno il rimetta, tu mi darai grandissima consolazione e a Dio farai grandissimo piacere e servigio, se tu per quello fare in queste parti venuta se', che tu di' '.

La giovane di buona fede rispose: 'O padre mio, poscia che io ho il ninferno, sia pure quando vi piacerà'.

Disse allora Rustico: 'Figliuola mia, benedetta sie tu! Andiamo dunque e rimettianlovi sì che egli poscia mi lasci stare'.

E così detto, menata la giovane sopra uno de' lor letticelli, le 'nsegno come star si dovesse a dovere incarcerare quel maladetto da Dio."

 

  Il Decameron è una raccolta di novelle scritte fra il 1349 e il 1351 da Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano. La protagonista di questa novella è la giovane Alibech, incuriosita dalla via dell'eremitismo seguita da alcuni cristiani; giunta nel deserto di Tebaida, Alibech incontrerà Rustico, un eremita che le insegnerà a 'rimettere il diavolo nell'inferno' (chiara allusione sessuale). Questa novella è fra le più esplicite e irriverenti dell'intera opera, sia per i temi trattati che per il modello seguito (a rovescio, ovviamente): l'elogio delle vite dei santi. E' probabile che le critiche suscitate da questa novella in particolare abbiano spinto l'autore a  difendersi nell'introduzione alla IV giornata.

 

Consigliato per tutti i gusti.

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11 dicembre 2011 7 11 /12 /dicembre /2011 18:33

" Quivi il giovane veggendo i palagi, le case, le chiese e tutte l'altre cose delle quali tutta la città piena si vede, sì come colui che mai più per ricordanza vedute no' avea, si cominciò forte a maravigliare e di molte domandava il padre che fossero e come si chiamassero. Il padre gliele diceva; e egli, avendolo udito, rimaneva contento e domandava d'un'altra. E così domandando il figliuolo e il padre rispondendo, per avventura si scontrarono in una brigata di belle giovani donne e ornate, che da un paio di nozze venieno: le quali come il giovane vide, così domandò il padre cosa quelle fossero.

A cui il padre disse: 'Figliuol mio, bassa gli occhi in terra, non le guatare, ch'elle son mala cosa'. Disse allora il figliuolo: 'O come si chiamano?' Il padre, per non destare nel concupiscibile appetito del giovane alcuno inchinevole disiderio men che utile, non le volle nominare per lo proprio nome, cioè femine, ma disse: 'Elle si chiamano papere'.

Maravigliosa cosa a udire! Colui che mai più alcuna veduta non avea, non curatosi de' palagi, non del bue, non del cavallo, non dell'asino, non de' denari né d'altra cosa che veduta avesse, subitamente disse: 'Padre mio, io vi priego che voi facciate che io abbia una di quelle papere'."

 

  Il Decameron è una raccolta di novelle scritte fra il 1349 e il 1351 da Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano. La 'novella delle papere' è considerata la centounesima novella dell'opera, contenuta nell'introduzione alla IV giornata, in cui l'autore si difende da numerose critiche sollevate in seguito alla lettura di alcune sue novelle ("Sono adunque, discrete donne, stati alcuni che, queste novellette leggendo, hanno detto che voi mi piacete troppo").

La trama della 'novella delle papere' narra di come Filippo Balducci, in seguito alla morte della moglie, decida di farsi eremita allevando suo figlio in completa solitudine; tuttavia, alla prima occasione d'incontro con delle donne, il giovane ne sembra istintivamente attratto, dimostrando così la naturalezza del desiderio e l'assurdità delle critiche rivolte all'autore.

 

Consigliato per tutti i gusti e per tutte le età.

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25 novembre 2011 5 25 /11 /novembre /2011 20:45

" Dico adunque che già erano gli anni della fruttifera incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di milletrecentoquarantotto, quando nella egregia città di Fiorenza, oltre a ogn'altra italica bellissima, pervenne la mortifera pestilenza: la quale, per operazion de' corpi superiori o per le nostre inique opere da giusta ira di Dio a nostra correzione mandata sopra i mortali, alquanti anni davanti nelle parti orientali incominciata, quelle d'innumerabile quantità de' viventi avendo private, senza ristare d'un luogo in uno altro continuandosi, verso l'Occidente miserabilemente s'era ampliata."

 

  Il Decameron è una raccolta di novelle scritte fra il 1349 e il 1351 da Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano. Nei primi passi dell'introduzione vengono illustrati gli effetti dell'epidemia di peste che nel 1348 ha colpito la città di Firenze; dieci giovani, sette donne e tre uomini, decidono di trasferirsi in campagna nel tentativo di sfuggire alla malattia. Viene così delineata la cornice che farà da sfondo alla narrazione: ogni membro del gruppo dovrà raccontare una novella al giorno; dieci novelle al giorno, quindi, per un totale di cento (centouno, considerando la 'novella delle papere' narrata da Boccaccio stesso nell'introduzione alla IV giornata).

 

Consigliato per tutti i gusti.

 

 

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23 novembre 2011 3 23 /11 /novembre /2011 08:48

" Quivi con questa testa nella sua camera rinchiusasi, sopra essa lungamente e amaramente pianse, tanto che tutta con le sue lagrime la lavò, mille basci dandole in ogni parte. Poi prese un grande e un bel testo, di questi ne' quali si pianta la persa o il basilico, e dentro la vi mise fasciata in un bel drappo; e poi messavi sù la terra, sù vi piantò parecchi piedi di bellissimo basilico salernitano, e quegli da niuna altra acqua che o rosata o di fior d'aranci o delle sue lagrime non innaffiava giammai. E per usanza aveva preso di sedersi sempre a questo testo vicina e quello con tutto il suo disidero vagheggiare, sì come quello che il suo Lorenzo teneva nascoso: e poi che molto vagheggiato l'avea, sopr'esso andatesene cominciava a piagnere, e per lungo spazio, tanto che tutto il basilico bagnava, piagnea."

 

  Il Decameron è una raccolta di novelle scritte fra il 1349 e il 1351 da Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano. La protagonista di questa novella, Ellisabetta da Messina, si innamora del giovane Lorenzo; il loro amore  è ostacolato dai tre fratelli di Ellisabetta che attirano Lorenzo fuori città con un pretesto e lo uccidono. Una notte il fantasma di Lorenzo appare in sogno a Ellisabetta, rivelando dove il suo corpo è stato sepolto; dopo aver disseppellito il corpo del suo defunto amante, Ellisabetta ne recide la testa e la sotterra dentro a un vaso di basilico, bagnandolo e nutrendolo con le sue lacrime. I tre fratelli, scoperta la testa di Lorenzo dentro al vaso, decidono di nasconderla ed Ellisabetta, senza più alcuna voglia di vivere, 'piagnendo si morì'.

 

Consigliato per tutti i gusti.

 

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21 novembre 2011 1 21 /11 /novembre /2011 19:10

" Fu, secondo che io già intesi, in Perugia un giovane il cui nome era Andreuccio di Pietro, cozzone di cavalli, il quale, avendo inteso che a Napoli era buon mercato di cavalli, messisi in borsa cinquecento fiorin d'oro, non essendo mai più fuori di casa stato, con altri mercatanti là se n'andò. Dove giunto una domenica sera sul vespro, dall'oste suo informato la seguente mattina fu in sul Mercato, e molti ne vide e assai ne gli piacquero e di più e più mercato tenne, né di niuno potendosi accordare, per mostrare che per comperar fosse, sì come rozzo e poco cauto più volte in presenza di chi andava e di chi veniva trasse fuori questa sua borsa de' fiorini che aveva. E in questi trattati stando, avendo esso la sua borsa mostrata, avvenne che una giovane ciciliana, bellissima, ma disposta per piccol pregio a compiacere a qualunque uomo, senza vederla egli, passò appresso di lui e la sua borsa vide e subito seco disse: 'Chi starebbe meglio di me se quegli denari fosser miei?' "

 

Il Decameron è una raccolta di novelle scritte fra il 1349 e il 1351 da Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano. Il protagonista di questa novella, Andreuccio da Perugia, giunto a Napoli per comprare dei cavalli, scampa a tre grandi disavventure per poi ritornare a casa molto più ricco di prima. Una prostituta si finge sua sorella per ottenere il suo denaro che incautamente ha mostrato in pubblico; riuscito a sfuggire a una morte certa, Andreuccio incontra due ladri decisi a depredare il sepolcro dell'arcivescovo morto recentemente; dopo essere stato abbandonato dai ladri nel sepolcro, Andreuccio riesce a sfuggire a questa trappola quando, per pura coincidenza, un prete decide di aprire il sepolcro per controllarne lo stato; Andreuccio è quindi in grado di tornare a casa dopo aver tenuto per sè un preziosissimo anello prelevato dalla tomba dell'arcivescovo.

 

Consigliato per tutti i gusti.

 

 

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