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1 novembre 2011 2 01 /11 /novembre /2011 14:30

" Un'anima dannata aveva legato delle castagnole al batacchio delle campane: nessun danno, ma un putiferio di scoppi da far venire il crepacuore. Don Camillo non aveva aperto bocca. Aveva celebrato la funzione serale in perfetta calma e c'era la chiesa zeppa: non ne mancava uno, di quelli là. Peppone in prima fila, e tutti con una faccia compunta da mettere la frenesia addosso a un santo. Ma don Camillo era un incassatore formidabile, e la gente se ne era andata via delusa. Chiusa la porta grande, don Camillo s'era buttata addosso la mantella e, prima di uscire, era andato a fare un rapido inchino davanti all'altare.

'Don Camillo' aveva detto il Cristo crociifisso, 'metti giù'.

'Non capisco' aveva protestato don Camillo.

'Metti giù!'

Don Camillo aveva tratto di sotto il mantello un palo e l'aveva deposto davanti all'altare.

'Brutta cosa, don Camillo'.

'Gesù, non è mica rovere: è pioppo. Roba leggera, pieghevole...' si era giustificato don Camillo.

'Va' a letto, don Camillo, e non pensare più a Peppone'."

 

Don Camillo è un romanzo a episodi scritto nel 1948 da Giovanni Guareschi, giornalista e scrittore italiano. La trama è ambientata in un paese in provincia di Reggio Emilia nel secondo dopoguerra. Il parroco don Camillo e il sindaco del Partito Comunista Peppone, perennemente in lotta per difendere i rispettivi ideali, danno vita a una serie di eventi comici e improbabili (ma non troppo).

 

Consigliato per tutti i gusti e per tutte le età.

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