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15 gennaio 2012 7 15 /01 /gennaio /2012 12:52

" Portava essa in collo una bambina di forse nov'anni, morta; ma tutta ben accomodata, co' capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l'avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. Né la teneva a giacere, ma sorretta, a sedere sur un braccio, col petto appoggiato al petto, come se fosse stata viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava sull'omero della madre, con un abbandono più forte del sonno: [...] Un turpe monatto andò per levarle la bambina dalle braccia, con una specie però d'insolito rispetto, con un'esitazione involontaria. Ma quella, tirandosi indietro, senza mostrare sdegno né disprezzo, 'no!' disse: 'non me la toccate per ora; devo metterla io su quel carro: prendete'. Così dicendo, aprì una mano, fece vedere una borsa, e la lasciò cadere in quella che il monatto le tese. Poi continuò: 'promettetemi di non levarle un filo d'intorno'. [...]

La madre, dato a questa un bacio in fronte, la mise lì come sur un letto, ce l'accomodò, le stese sopra un panno bianco, e disse l'ultime parole: 'addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch'io pregherò per te e per gli altri'. Poi voltatasi di nuovo al monatto, 'voi', disse, 'passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me sola'."

 

I promessi sposi è un romanzo storico scritto nel 1840 da Alessandro Manzoni, scrittore e poeta italiano. In questo estratto, proveniente dal XXXIV capitolo dell'opera, viene descritta la devastazione portata dalla peste a Milano. L'autore rievoca la disperazione percepibile nella città affetta dal morbo pestilenziale, sottolineando al tempo stesso qualche breve spiraglio di pietas in un monatto, incaricato del trasporto del corpo di una bambina di nove anni.

 

Consigliato per tutti i gusti.

 

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